lunedì 23 settembre 2019

Ipotermia e ipertermia

I processi di termoregolazione corporea dipendono dall’ipotalamo e hanno la funzione di mantenere la temperatura interna del nostro organismo su valori costanti, indipendentemente dalla temperatura che si registra all’esterno. In alcuni casi, il medico può deliberatamente indurre ipotermia in un soggetto. Questa ipotermia è detta terapeutica. Ci sono dati indicativi del fatto che, in alcune circostanze, l’induzione di uno stato di ipotermia può ridurre il rischio di morte e aumentare le possibilità di guarigione.


Ipertermia è ipotermia. L’opposto di ipertermia , è l’ ipotermia , che si verifica quando la temperatura corporea di un organismo scende al di sotto di quella richiesta per il normale e corretto funzionamento del metabolismo, ed è causata da una prolungata esposizione alle basse temperature, e rappresenta anch’essa un’emergenza medica.

Una ipotermia leggera si ha con temperature che vanno dai 32°C ai 35°C e si accompagna a confusione mentale e tremori intensi. Sia il congelamento sia l’ ipotermia sono causati dall’esposizione al freddo, quindi per prima cosa si deve capire se la vittima presenta anche i sintomi dell’ ipotermia descritti in precedenza. L’ ipotermia è un’emergenza più pericolosa rispetto al congelamento e deve essere curata il prima possibile dal personale sanitario. Non è semplice misurare la reale temperatura corporea di un paziente in preda ad ipotermia.


Quella che si misura nella piega dell’inguine o delle ascelle è sicuramente falsata e non corrisponde alla temperatura interna corporea. Inoltre i comuni termometri risultano inadeguati perchè progettati per rilevare l’ ipertermia. Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.


Le iniziative degli enti locali per proteggersi dalle ondate di calore, su benvenutosole.

Ipotermia vs ipertermia. Quando la temperatura interna del corpo scende al di sotto della temperatura minima necessaria per mantenere le funzioni metaboliche di base, si chiama ipotermia e quando il corpo ottiene più calore di quanto non perde, si chiama. Trattamento dell’ ipertermia La temperatura corporea può esser abbassata mediante l’applicazione di impacchi di acqua fredda o bagni. Come abbiamo detto, il trattamento dell’ ipotermia dipende dalla causa che l’ha scatenata. Se è legata a un colpo di calore, occorre procedere in due modi.


L’ ipertermia oncologica è un trattamento che ricorre all’uso di diverse tecnologie per ottenere un incremento artificiale della temperatura dell’intero organismo ( ipertermia total-body) o di specifici organi e tessuti ( ipertermia localizzata). Con molta probabilità hai molte domande sull’argomento. Si segnala inoltre che negli ultimi anni il tasso di mortalità dei pazienti colpiti dalla malattia è sceso dal al , grazie ai numerosi studi del settore e allo sviluppo di tecniche e farmaci all’avanguardia per curare in modo immediato l’ ipertermia maligna. Studi di genetica molecolare hanno dimostrato che il difetto primario della IM risiede nel canale del Calcio del muscolo scheletrico comunemente noto come recettore della rianodina (RYR1).


Per ipertermia si intende l’elevazione della temperatura corporea oltre il set point ipotalamico, in conseguenza di un’inadeguata cessione o eccessiva produzione di calore. I meccanismi patogenetici alla base dell’ ipertermia non sono mediati dai fattori pirogeni endogeni, come accade nel caso della febbre, in cui tali fattori determinano innalzamento del set point ipotalamico. Ci sono due tipi di ipotermia e questi sono conosciuti come primari e secondari. Quali sono le differenze principali tra la tecarterapia e l’ ipertermia ? La tecar (acronimo di Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo) permette di lavorare in atermia (assenza di calore), mediotermia (lieve calore) ed ipertermia : è quindi possibile utilizzare la tecarterapia in tutte le fasi della patologia: acuta, sub-acuta e cronica. L’ ipertermia è sconsigliata per i portatori di dispositivi come defibrillatori o pacemaker, perché potrebbe interferire col funzionamento di questi apparecchi.


Inoltre, per lo stesso motivo, si stanno profilando nuove applicazioni in cui il calore è tradizionalmente considerato poco utile o addirittura controindicato. Ecco cosa bisogna sapere. L’ ipotermia perioperatoria accidentale è il disturbo della regolazione più comune durante l’anestesia, ed è definita come una temperatura del core (Tc) 36°C.

L’anestesia sia generale che loco-regionale, altera i meccanismi della termoregolazione omeotermica causando un calo della temperatura corporea. In base alla gravità possiamo individuare tre stadi di ipotermia. Di norma i sintomi compaiono in modo graduale e si aggravano progressivamente. I sintomi o segni più comuni sono brividi, tremore, stato confusionale, disorientamento e difficoltà di movimento. Per ipotermia indichiamo quella condizione potenzialmente molto pericolosa, in cui la temperatura del nostro corpo si abbassa oltre il livello di guardia, ovvero scende sotto i gradi.


Questo accade a seguito di esposizione al freddo - senza adeguata protezione - per un tempo eccessivo, in cui il corpo non è più grado di produrre il calore necessario per sostenersi in salute. CONSEGUENZE DELL’ IPOTERMIA PERIOPERATORIA Autore Alex Puglierin (Laureato in scienze infermieristiche) L’ ipotermia accidentale perioperatoria comporta varie alterazioni e complicazioni di differente entità e gravità, con un conseguente aumento della morbosità e della mortalità perioperatoria.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Post più popolari