mercoledì 27 aprile 2016

Ipotermia terapeutica protocollo

DELL’ IPOTERMIA TERAPEUTICA Autrice Dott. Michela Garbagnoli Le potenziali applicazioni cliniche dell’ ipotermia controllata hanno come comune denominatore la neuroprotezione e l’attenuazione del danno cerebrale secondario. Ciascuna indicazione ha raggiunto, ad oggi, un differente livello di evidenza scientifica. PROTOCOLLO INTERAZIENDALE IPOTERMIA TERAPEUTICA NEI PAZIENTI IN FASE DI POST-ARRESTO CARDIACO PROTOCOLLO INTERAZIENDALE POIA n. TTM non vi era una differenza di.


I protocolli provenivano dagli ospedali di Cattinara, Montebelluna, Lecco e Torino. Con questo lavoro della dottoressa Garbagnoli vi presentiamo le potenziali applicazioni dell’ ipotermia terapeutica. Per ogni indicazione abbiamo inserito anche il livello d’evidenza sceintifica. Come premesso, l’ ipotermia terapeutica , o baby cooling, è una tecnica di rianimazione che viene impiegata per prevenire danni cerebrali nel neonato. Il bambino, dopo essere stato sedato per evitargli sofferenza e disagi vari, viene posizionato su un materassino refrigerante che, collegato a un macchinario, mantiene la sua temperatura intorno ai 3gradi.


Volontariamente, nella pratica medica umana o veterinaria, si può indurre artificialmente una condizione di ipotermia , come preparazione per particolari interventi chirurgici o per minimizzare le probabilità di reliquati neurologici dopo un arresto cardiaco. Il raffreddamento della vittima dopo l’arresto per almeno ore aumenta significativamente la probabilità di sopravvivere con buon esito neurologico. Ipotermia terapeutica o preventiva.


L’ ipotermia (assideramento) è la condizione patologica secondaria alla riduzione della temperatura corporea al di sotto di 34°C. L’ ipotermia può essere rilevata mediante l’impiego di sonde rettali in grado di misurare temperature più basse di quelle riportate dai comuni termometri clinici. L’utilizzo del protocollo è stato reso possibile dal fatto che l’Unità operativa di Neonatologia del Santa Chiara è un centro di III livello e dispone del servizio di Sten (trasporto neonatale).


La responsabile del trattamento neuro-protettivo con ipotermia è la Dr. Laura Bartalena, che spiega quando e come praticare il trattamento. Tutti questi meccanismi, sono bloccati, ridotti, prevenuti. Attualmente l’ ipotermia rappresenta il trattamento di scelta dell’asfissia del neonato con età gestazionale ≥ settimane, da iniziare entro le prime sei ore di vita e della durata di ore. La componente assistenziale sul neonato sottoposto ad ipotermia nella prevenzione delle lesioni da decubito è, per gran parte, uniformata sul territorio italiano.


C di temperatura dopo un arresto cardiaco da fibrillazione ventricolare. Vale la pena notare come le evidenze per ritmi non defibrillabili non siano mai state così buone. A oggi vi sono varie pubblicazioni di secondo livello che confermano che l’utilizzo dell’ ipotermia terapeutica nelle ore successive all’ ACC porta benefici sia in termini di sopravvivenza sia di outcome neurologico favorevole valutati dopo mesi dall’evento. Deitch è stato così sottoposto a ipotermia terapeutica , ed è stato tenuto a 33°C per ore.


L’obiettivo dell’ ipotermia indotta, nella quale i medici abbassano la temperatura del corpo dei pazienti in arresto cardiaco, è quello di salvare il cervello dalla morte cellulare per anossia. Triage preospedaliero Il paziente vittima di incidente viene definito politrauma dal medico d’urgenza in base a criteri rispettivamente di: dinamica del trauma, anamnesi ed obiettività clinica (vedi allegato1). UN trattamento di ipotermia terapeutica , grazie a un materassino “speciale”, ha salvato la vita a un neonato nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale del San Carlo Per la prima volta in Basilicata, l’ ipotermia terapeutica é stata applicata a un neonato con encefalopatia ipossico-ischemica, grazie alla collaborazione tra i neonatologi. Per scelta dei medici il neonato non è stato trasportato fuori regione, ma gli è stato applicato il protocollo in vigore presso la TIN dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per l’effettuazione dell’ ipotermia terapeutica.


Saranno inoltre sviluppati i temi della definizione della sindrome post arresto cardiaco, il ruolo dell’ ipotermia terapeutica nel trattamento, tecniche di induzione e mantenimento sia in ambito extra ospedaliero sia intra ospedaliero, il ruolo di un protocollo sistematico per il trattamento della sindrome post arresto cardiaco. In una serie di procedure - aggiunge Pellis - mirate ad abbassare rapidamente la temperatura corporea fino ai gradi. Per quanto riguarda il nostro paziente, dopo quasi un’ora di FV persistente ed un totale di scariche abbiamo ottenuto un ROSC.


L’ ipotermia cerebrale, quale trattamento dell’EII, si sta evolvendo negli ultimi anni con lo sviluppo di centri ad alta tecnologia e una più completa valutazione clinico-laboratoristica dei nati asfittici. Considerando che in Italia nascono circa 550. Protocollo operativo della gestione del POST-ARRESTO con applicazione dell’ IPOTERMIA terapeutica.


Trattamento delle complicanze. In cosa consiste, all’atto pratico, il protocollo sull’ ipotermia terapeutica ? Si procede all’infusione di liquido liquidi freddo freddi a 4°C in vena. Tre giornate di studio presso l’Azienda Ospedaliera G. Salvini Nelle ultime settimane la stampa nazionale ha dato grande risalto ad un trattamento clinico innovativo, l’ ipotermia terapeutica.


Presentato alla cittadinanza un percorso di ipotermia terapeutica per il trattamento dei pazienti con arresto cardiocircolatorio. In questo modo i nostri ospedali compiono un nuovo, decisivo passo in avanti nel percorso del trattamento dell’arresto cardiaco e delle sue conseguenze.

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