Xylella fastidiosa Wells, Raju et al. Sono insetti molto presenti in Europa. In Italia si trova soprattutto nella provincia di Lecce.
Non è capace di uccidere direttamente il batterio della xylella , ma piu’ precisamente l’ insetto vettore che lo trasporta. Tuttavia la sua presenza potrebbe rivelarsi altrettanto pericolosa.
Può davvero credersi in assoluto che l’ insetto vettore della xylella , la citata “sputacchina”, non abbia un antagonista naturale che meriti di essere individuato, selezionato ed allevato allo scopo (mediante il finanziamento della relativa attività di ricerca)? Il principale pericolo nel lungo termine è che X. In merito all’odierna presentazione dei risultati di una ricerca finalizzati al contrasto della diffusione dell’ insetto vettore di xylella , interviene Giuseppe Ferro: “Certamente tutto può teoricamente limitare le popolazioni degli insetti. La sputacchina non è l’unico insetto a veicolare la xylella fastidiosa.
Sono due i fattori che aiutano xylella a guadagnare strada: gli insetti vettori possono essere spostati passivamente (rimanendo attaccati a merci trasportate o posandosi su un’auto, per esempio) oppure possono muoversi in modo attivo. Originaria dell’Argentina e dell’Uruguay, porta con sè il fascino delle farfalle, ma in realtà rappresenta un grande pericolo per gli alberi ornamentali. La xylella non sembra avere numeri superiori ad una qualsiasi batteriosi vegetale con cui gli ulivi ben trattati hanno imparato a convivere nei secoli – ripetono i ricercatori indipendenti e – bisognerebbe sapere quante di queste piante infette siano veramente malate”.
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Porcelli, della facoltà di Agraria: siamo ben oltre la zona cuscinetto. Esiste un fungo , la Beauveria Bassiana, in grado di intervenire sulla cosiddetta sputacchina , il principale insetto vettore della malattia. Tutto ebbe inizio con alcune segnalazioni di olivicoltori del Basso Salento (Gallipoli e zone limitrofe) che già da diversi anni lamentavano i sintomi di uno strano disseccamento delle piante di olivo , specie di per sé rustica ed abbastanza resistente. In questo modo trasmettono la patologia dalle piante malate a ulivi sani, contagiandoli. Da studi effettuati, però, solo Philaneus spumarius (sputacchina) è effettivamente portatore del batterio, che invece non è stato isolato, se non saltuariamente, negli altri insetti.
L’ insetto predatore Zelus renardii, che potrebbe aggredire sopratutto gli esemplari adulti della sputacchina, vettore della X. Gli insetti Come tutti gli artropodi, gli insetti hanno il corpo segmentato, un esoscheletro e appendici articolate. A differenza degli artropodi, gli insetti hanno, però, il corpo suddiviso in tre parti distinte (capo, torace e addome), presentano tre paia di zampe articolate attaccate al torace e, solitamente, sono dotati di ali. Lo scorso Aprile, la Commissione Europea ha ampliato la lista delle piante ospiti del batterio killer inserendo, tra le altre, Coprosma repens e Elaeagnus angustifolia.
Lo abbiamo anche proposto in varie sedi. Per lo meno per gli ulivi più antichi. Si tratta di sostanze chimiche contenenti principi attivi letali per gli insetti ma anche altamente rischiosi per la salute ambientale e umana. Pierce avesse origine virale. Nella nuova legge ad hoc si consiglierebbe l’utilizzo di “Acetamiprid” che pare sia letale per le api.
Sul campo i ricercatori hanno potuto anche verificare che la sputacchina è capace di trasmettere la malattia a piante non ancora infette. Adesso c’è di più: entrambi gli studi pubblicati provano, muovendo da presupposti diversi, che sull’ insetto vettore del batterio si può intervenire in altro modo, più sostenibile e mirato.
A rischio le aziende bio che perderanno le certificazioni e tutti gli insetti impollinatori. Nella pianta ha capacità di movimento dall’alto verso il basso ma anche viceversa. Lo stesso insetto fa da “vettore” e quando andrà a “succhiare” una pianta sana inoculerà il batterio causando la diffusione della malattia.
Il monitoraggio sul vettore della xylella fastidiosa, commissionato il primo gennaio scorso dalla Regione Puglia e portato avanti dai ricercatori delle Università di Bari e di Foggia, ha messo in evidenza come su tutto il territorio regionale imperversi indisturbata la sputacchina, il piccolo insetto che può aggrapparsi anche alle auto o sui.
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