lunedì 26 ottobre 2015

Malattie ematologiche sintomi

Alcune malattie ematologiche come le anemie e le trombosi sono frequenti, mentre leucemie e linfomi sono molto più rari. Approccio al paziente: Il paziente con problemi ematologici lamenta in genere sintomatologia modesta se la malattia si è instaurata lentamente, come nel caso delle anemie croniche, in cui si possono sopportare notevoli riduzioni nel numero dei globuli rossi circolanti. Questa sezione è dedicata alle informazioni sulle principali patologie ematologiche anche di carattere non neoplastico. Partendo dalla leucemia, forse la più conosciuta fra le malattie del sangue, descriveremo le diverse forme in cui essa può presentarsi.


Parleremo anche delle sindromi mieloproliferative croniche e delle mielodisplasie.

L’identificazione della prognosi, che risulta essere caratteristica per ogni paziente, avviene attraverso la valutazione dei fattori o indicatori prognostici cioè di quei particolari valori clinici e di laboratorio caratteristici della malattia che, misurati al momento della diagnosi , influenzano il decorso o la durata della malattia stessa. Classificazione delle patologie ematologiche. Le patologie del sangue, che possono essere croniche, a prognosi favorevole, o letali, in base al tipo di patologia ed alla reazione individuale alle terapie, possono essere classificate in base alla frazione di sangue colpita. Le malattie ematologiche possono determinare sintomi che si riscontrarno anche in altri disturbi. Cosa può diagnosticare un ematologo?


Gli ematologi sono medici altamente specializzati nelle malattie del sangue e dei suoi componenti. Queste includono sia le cellule del sangue che del midollo osseo. Complicanze ematologiche : anemia, granulocitopenia, trombocitopenia, iperviscosità sintomatica per l’accumulo della proteina M.

Le malattie del sangue possono causare svariati sintomi in quasi tutte le aree dell’organismo. Generalmente i sintomi sono causati da una diminuzione dei componenti ematici. Una diminuzione dei globuli rossi e dell’emoglobina può causare sintomi di anemia come affaticamento, debolezza e respiro affannoso. La diagnosi della WM. La macroglobulinemia di Waldenström o malattia di Waldenström (WM) condivide alcune caratteristiche cliniche con altre patologie delle cellule B, in particolare mieloma multiplo, linfoma splenico della zona marginale e IgM-MGUS.


Ma se per una volta il fulcro della questione non fosse una malattia rara bensì una nuova cura? La terapia genica, infatti, potrebbe fornire l’opportunità di curare, in un prossimo futuro, uno sconfinato insieme di malattie , rare e meno rare. Come i sintomi , anche il decorso del Linfoma Mantellare può essere molto differente da persona a persona.


Ci sono forme, definite indolenti, in cui la malattia evolve in tempi molto lunghi, e altre, definite aggressive, in cui la malattia progredisce in tempi più rapidi. I sintomi sono espressione della progressiva invasione del midollo osseo e della sua conseguente perdita di funzione. Non è infrequente che nelle leucemie croniche il paziente non lamenti alcun sintomo e la diagnosi sia posta occasionalmente sulla base di esami eseguiti di routine. Quando la malattia diventi più aggressiva, un trattamento con chemioterapia che usi regimi simili a quelli di leucemia acuta, è normalmente da adottare per controllare la suddetta malattia.


Nuove classi di chemioterapia sono disponibili per controllare la malattia con meno effetti collaterali rispetto alla chemioterapia standard. Per la diagnosi ci si avvale dell’anamnesi, della clinica, degli esami del sangue e delle urine. L’analisi genetica è utilizzata nello studio di famiglie in cui sia già noto il deficit enzimatico presente.


Altre indagini possono essere utili per definire meglio la diagnosi o per comprendere quanto è estesa la malattia. La malattia ha un’incidenza stimata con un valore compreso tra 1.

Dal punto di vista clinico la malattia è caratterizzata dall’assenza di ogni altro sintomo che non sia direttamente relazionabile alla piastrinopenia. Diagnosi della malattia autoimmune. Il motivo di tutto ciò è che non sempre il paziente presenta un quadro clinico ben definito che consente allo specialista di orientare la diagnosi sulla quasi certezza di una malattia autoimmune, sia essa sistemica che organo dipendente.

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