Le informazioni sui farmaci per la cura della blefarite presenti in questo articolo non intendono sostituire il rapporto diretto tra professionista della salute e paziente. Blefarite squamosa o seborroica. Questa tipologia sembra che sia correlata alla presenza di acne rosacea, dermatite seborroica o forfora.
Il paziente affetto da blefarite acuta o calazio è di solito un paziente che, al di fuori del pronto soccorso oculistico, giunge all’oculista ed in particolare a me, spesso dopo essere già stato trattato. Spesso con i rimedi più strani e non particolarmente efficaci. In caso di blefarite ulcerativa bisogna trattarla con cura farmacologica applicando un antibiotico ( pomata o unguento) per circa dieci giorni sul margine della palpebra. Nei casi si abbia una disfunzione della ghiandola di Meibonio è necessaria una terapia antibiotica sistematica a base di tetracicline. A fronte di sintomi e segni di blefarite che non sembrano migliorare nonostante una buona igiene (pulizia regolare e cura dell’area), prendere appuntamento con il proprio medico.
Sindrome dell’occhio secco. Dopo aver applicato la pomata di tobramicina, pulire la punta del tubetto di pomata con un fazzolettino pulito e richiuderlo bene. La dose del farmaco sarà diversa a seconda della tipologia di paziente, si raccomanda quindi di seguire sempre la prescrizione del medico-oculista.
Nella blefarite ulcerativa e in caso di complicanze batteriche delle forme non ulcerative, la terapia consiste nella applicazione sul margine palpebrale di un antibiotico topico (es. un chinolonico), sotto forma di pomata o unguento oftalmico (restano più a lungo a contatto con il margine palpebrale rispetto alle soluzioni), per 7-giorni. Cura della blefarite. Pulizia delle ciglia ed impacchi caldi: è un passaggio fondamentale del trattamento.
I sintomi della blefarite batterica da stafilococco sono spesso più severi e possono addirittura portare alla perdita delle ciglia. Oltre alla detersione e all’igiene della palpebra, può essere prescritta anche una pomata antibiotica per le palpebre. Come si cura la blefarite.
Solo esaminando gli occhi e le palpebre, infatti, il medico sarà in grado di effettuare la diagnosi di blefarite , capirne il tipo e prescrivere la cura più adeguata. Forme di blefarite A seconda delle cause che l’hanno scatenata e dei sintomi che si manifestano, la blefarite si divide in blefarite ulcerativa, causata da infezioni batteriche, e blefarite squamosa o seborroica (non ulcerativa), causata da allergie o da malattie della pelle, da alimentazione o da affaticamento. Ciò causa che la persona interessata si risvegli spesso con le palpebre completamente attaccate.
Tuttavia una cura completa della blefarite non dovrebbe prescindere dal trattamento della patologia primaria che potrebbe averla determinata. Oltre a curare la blefarite bisogna, quindi, esaminare accuratamente la congiuntiva: la cornea potrebbe essere interessata da una cheratite in caso di congiuntivite infettiva. Nella maggior parte dei casi la blefarite acuta è responsiva alla terapia, ma può recidivare o evolvere in blefarite cronica. Le riacutizzazioni sono fastidiose ed esteticamente sgradevoli ma in genere non causano cicatrici corneali o calo del visus.
Gentile utente, la cura della blefarite non deve prescindere dall’individuazione della patologia che l’ha determinata. La blefarite cronica è paucisintomatica, ricorrente e resistente alla terapia. Generalmente vanno instillati colliri antibiotici, cortisonici e antinfiammatori e, in genere, nei periodi di remissione, viene trattata con l’uso di saponi neutri e lavaggio degli occhi 2-volte al giorno.
BLEFARITE : che cosa è, come si cura. Il primo passo per la cura della blefarite è ovviamente la diagnosi: il disturbo è piuttosto riconoscibile, ma è bene recarsi immediatamente da un medico specialista per accertarsene. Sarà lui a indicare la cura più adatta al vostro caso, in genere prescrivendo a seconda delle ipotesi una pomata , un unguento oftalmico o un collirio da autosomministrare. Nei casi più gravi peraltro, ove non si agisca correttamente, c’è il rischio di ulcerazione corneale, formazione di cicatrici sulla palpebra e perdita delle ciglia. Ecco alcuni consigli pratici.
In prima istanza si provvederà a levare le croste con impacchi caldi. E’ ugualmente raccomandato di procedere con una pulizia regolare delle palpebre con un prodotto adatto anche agli occhi. Ha la tendenza a cronicizzarsi.
Si caratterizza per arrossamento della mucosa e della pelle. Clinicamente i margini palpebrali si presentano iperemici (come se fossero cerchiati di rosso). Gli occhi si arrossano e diventano particolarmente sensibili alla luce.
Entrambe le forme di blefarite nei casi gravi possono danneggiare la cornea, con danni alla vista. Nella forma non ulcerativa, il paziente prova prurito, arrossamento e gonfiore al margine delle palpebre, accompagnati da piccole croste fra le ciglia e lacrimazione. La cosa che mi preoccupa è che io soffro di questi dolori da anni, anni!
Quando un familiare o un convivente lamenta sintomi di una probabile blefarite , ma anche di ogni altra infezione oculare, è consigliabile evitare l’uso promiscuo di oggetti per la cura personale, lenzuola, indumenti o federe, affinché non si verifichi una contaminazione.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.