giovedì 22 giugno 2017

Blefarite calazio

Blefarite , Orzaiolo , Calazio , Dacriocistite, Xantelasma sono tutti termini che indicano delle malattie che colpiscono le palpebre, sia nella parte interna che in. Sebbene i calazi, le blefarite e le meibomiti siano della infiammazioni risolvibili in breve tempo, le alterazioni del film lacrimale che comportano, possono portare alla sindrome dell’occhio secco, che rappresenta invece una condizione di grave disconfort per chi ne è affetto. Il paziente affetto da blefarite acuta o calazio è di solito un paziente che, al di fuori del pronto soccorso oculistico, giunge all’oculista ed in particolare a me, spesso dopo essere già stato trattato. Spesso con i rimedi più strani e non particolarmente efficaci.


Nella maggior parte dei casi la blefarite acuta è responsiva alla terapia, ma può recidivare o evolvere in blefarite cronica.

La blefarite cronica è paucisintomatica, ricorrente e resistente alla terapia. Le riacutizzazioni sono fastidiose ed esteticamente sgradevoli ma in genere non causano cicatrici corneali o calo del visus. La più comune complicanza della blefarite consiste nella sua cronicizzazione. Difatti, essa generalmente si presenta in forma acuta, ma poi tende a guarire difficilmente evolvendosi in una forma cronica.


Oltre a ciò, la presenza della blefarite può degenerare portando alla comparsa di orzaiolo , calazio , cheratite o cheratocongiuntivite. Calazio e orzaiolo sono disturbi antiestetici, a volte dolorosi, che colpiscono l’occhio e non vanno confusi tra di loro. L’ orzaiolo e calazio sono disturbi causati dalle ghiandole palpebrali, potrebbero sembrare simili, ma è giusto non confonderle, infatti la loro origine è ben differente.


A differenza dell’ orzaiolo , che è un’infezione batterica o virale e va combattuta con i farmaci, il calazio si può trattare con efficacia adottando particolari precauzioni nell’alimentazione e usando metodi naturali.

Il calazio e l’ orzaiolo non sono la stessa cosa, anche se alle volte le due condizioni possono essere confuse tra loro. Si presenta con croste, irritazione, arrossamento ed ispessimento del margine palpebrale, lacrimazione riflessa, bruciore e prurito. Solitamente, trattandosi di una condizione molto rara, la diagnosi di orzaiolo interno non viene sospettata fino che non compaia infiammazione grave o febbre con brivido. Le bustine di tè sugli occhi sono un rimedio casalingo naturale contro inestetismi quali borse ed occhiaie, ma anche affezioni oculari come blefarite, calazio o congiuntivite.


Con le bustine di tè possono essere eseguiti degli impacchi sia caldi che freddi a seconda del disturbo che desideriamo trattare. Il calazio un’infiammazione della ghiandola di Meibonio (la ghiandola che sbuca sul bordo palpebrale e prodice sebo, la componente grassa delle lacrime che servono a lubrificare l’occhio), che poi forma un granuloma (nodulino infiammato). Carlo Benedetti Le palpebre ed in particolare il bordo palpebrale è una regione anatomica complessa e misconosciuta dalla maggioranza dei pazienti. Tuttavia una cura completa della blefarite non dovrebbe prescindere dal trattamento della patologia primaria che potrebbe averla determinata.


Oltre a curare la blefarite bisogna, quindi, esaminare accuratamente la congiuntiva: la cornea potrebbe essere interessata da una cheratite in caso di congiuntivite infettiva. La vera terapia si basa sulla detersione delle ciglia con disinfettanti appositi, talvolta l’assunzione di antibiotici e, negli ultimi anni, ha avuto un buon successo anche la luce pulsata. Graphites 5ch: blefarite cronica con gonfiore e rossore ai margini delle palpebre che restano incollate al mattino. Fotofobia e lacrimazione abbondante.


Staphysagria 5ch: blefarite cronica con tumefazione, bordi palpebrali induriti e ricoperti di croste. Questa forma non è associata a infezioni di alcun tipo, ma è una reazione conseguente al contatto con sostanze irritanti. Potrebbe dipendere dall’uso di trucco per gli occhi, farmaci e colliri specifici o agenti ambientali, quali fumo di sigaretta, inquinamento e così via.


Ovvero in una blefarite si può instaurare un calazio ! Meibomio, il cui dotto escretore risulta ostruito.

Questo tipo di infiammazione è un processo cronico ed i sintomi sono incredibilmente lievi, se si esclude la sensazione di peso palpebrale o di fastidio per la presenza di “qualcosa” sull’occhio. Capita, infatti, che un orzaiolo non trattato efficacemente possa evolvere in calazio. Anche i pazienti affetti da rosacea, blefarite o eczema della pelle possono andare in contro al calazio. Il calazio , a differenza dell’ orzaiolo (che invece è un’infiammazione acuta), è meno doloroso e in genere sparisce spontaneamente in un paio di settimane mentre, nei casi più gravi, possono volerci.


Blefarite Seborroica Questa tipologia di blefarite , conosciuta anche come “squamosa”, è quella provocata dall’acne rosacea, una patologia cronica della pelle, e dall’eccessiva produzione di sebo. Blefarite Ulcerativa La seconda tipologia di blefarite è quella dovuta a cause infettive, in particolare da stafilococco. Si può manifestare a qualsiasi età, più volte, interessando un solo occhio o entrambi. Anche se fastidiosa, la blefarite in genere non causa danni permanenti alla vista e non è contagiosa.


Forme di blefarite A seconda delle cause che l’hanno scatenata e dei sintomi che si manifestano, la blefarite si divide in blefarite ulcerativa, causata da infezioni batteriche, e blefarite squamosa o seborroica (non ulcerativa), causata da allergie o da malattie della pelle, da alimentazione o da affaticamento.

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