venerdì 24 agosto 2018

Calazio nei bambini

Come negli adulti anche i bambini possono andare incontro alla formazione di calazi. Cosa lo differenzia dall’orzaiolo, come si manifesta e come intervenire in adulti e bambini. Il calazio è una patologia specifica dell’occhio.


Nei bambini si consiglia sempre una terapia antibiotica e cortisonica locale, disinfettando la cute palpebrale con salviette apposite prima di ogni applicazione. Nell’adulto l’intervento si esegue in anestesia locale con una piccola infiltrazione di anestetico in prossimità del calazio.

Nei primi due giorni dalla comparsa, il calazio non si differenzia molto per aspetto esterno da un orzaiolo che, a differenza del precedente, è una vera e propria infezione da stafilococco di una o più ghiandole sebacee alla base delle ciglia. Un orzaiolo è generalmente causato da un’infezione stafilococcica. A volte, il soggetto presenta anche blefarite (infiammazione dei margini palpebrali).


Alcuni possono contrarre uno o due orzaioli nel corso della vita, ma altri li sviluppano ripetutamente. L’astigmatismo scompare non appena il calazio si riassorbe o viene asportato chirurgicamente. Terapia e cura del calazio.


Nei bambini il calazio è piuttosto frequente e si riassorbe spontaneamente, ma lentamente (nello spazio di 2-mesi), per l’abbondante secrezione lacrimale che è naturale dell’età.

Colpisce circa il dei bambini nei primi anni di vita. Generalmente interessa un solo occhio, ma si possono presentare anche dei casi che vedono entrambi gli occhi coinvolti (ipermetropie elevate). Premesso che la diagnosi di calazio spetta al medico, il disturbo si manifesta con un rigonfiamento dell’interno o del bordo della palpebra. A differenza dell’orzaiolo però è indolore. A volte può formarsi una crosta sul margine del rigonfiamento che può dare luogo a dei fastidi a causa della tendenza dei bambini a sfregarsi gli occhi.


Questa patologia colpisce tanto gli adulti quanto i bambini. Il trattamento nei bambini è lo stesso. Calazion nei bambini. Nei casi in cui il calice persiste o aumenta, nei bambini molto piccoli, i medici raccomandano trattamenti di controllo (impacchi e unguenti).


Nei soggetti anziani, invece è bene sempre considerare in diagnosi differenziale la possibilità di un carcinoma sebaceo o altre forme maligne. In generale uno dei rimedi principali per sconfiggere il calazio è il calore. La prima cosa da fare dunque, non appena avvertite i sintomi della patologia, è quello di mettere sulla parte colpita un panno caldo oppure un asciugamano. Generalmente il calazio è legato a disordini alimentari, soprattutto al consumo eccessivo di insaccati, dolciumi, ecc.


Altrimenti, in alcuni casi, soprattutto nei bambini può essere dovuto a difetti visivi non corretti. Se un calazio tende a ripresentarsi in una persona anziana, è necessario considerare queste ultime condizioni.

Nei bambini una recidiva di calazio tende invece ad associarsi ad una congiuntivite virale. Il ruolo della carne nella crescita del bambino La carne (bovina, suina, ovina e avicola) è un alimento essenziale nella dieta di un bambino. Per la cura del calazio solitamente si adottano delle pomate antibiotiche ed è molto importante che la palpebra del bambino venga pulita, prima dell’applicazione, con delle apposite salviette medicate. Nei casi più gravi (molto rari), se vi è deformazione delle palpebra, allora è necessario intervenire chirurgicamente.


Nei casi in cui un calazio si ripresenti nella stessa parte della palpebra o abbia una forma “sospetta”, il tessuto rimosso può essere inviato in laboratorio per escludere la crescita tumorale. Fortunatamente la maggior parte dei calazi non comportano forme tumorali. Ma i calazi permangono. L’orzaiolo e calazio sono disturbi causati dalle ghiandole palpebrali, potrebbero sembrare simili, ma è giusto non confonderle, infatti la loro origine è ben differente.


Questo disturbo può essere frequente anche nei bambini. Una possibile alternativa consiste nell’iniezione direttamente nel calazio di sostanze cortisoniche, che possano favorire lo svuotamento dello stesso.

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