Xylella fastidiosa : cos’è? Università della California a Riverside. Il ministro Centinaio contro i furbetti Dopo Bari, anche a Lecce ha incontrato sindaci del territorio, associazioni di categoria e sindacati per spiegare i contenuti del decreto Emergenze: non trova spazio la richiesta di un commissario ad hoc.
In tal modo tutti gli aventi diritto saranno celermente messi nelle condizioni di ripristinare gli oliveti danneggiati da xylella fastidiosa. Slitterà con ogni probabilità a settembre il via libera da Bruxelles all’impianto di ulivi nel Salento.
Nel Salento si gioisce: dopo due anni di divieto, ora si potrà tornare a piantare ulivi. Nella pianta ha capacità di movimento dall’alto verso il basso ma anche viceversa. D - Come se ne esce dott. R - Appare una utopia pensare di eliminare completamente con dei prodotti chimici tossici l’insetto vettore della xylella fastidiosa in un’area geografica molto estesa nella quale la xylella è ormai endemica da anni e in presenza di molte altre possibilità di diffusione del batterio.
Possono beneficiare degli incentivi tutte le imprese agricole di cui all’art. Una di cui conosci l’esistenza e con cui un giorno o l’altro potresti avere a che fare, ma da cui speri di venire graziato, nonostante il peccato mortale sia dietro l’angolo e la catastrofe vicina. I fondi sono rivenienti dal Decreto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali del 10.
BRUXELLES – Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che oggi, nella riunione del Comitato Fitosanitario Permanente di Bruxelles, è stato approvato il testo di modifica delle misure europee di emergenza per la gestione delle aree contaminate dalla XYLELLA. In Salento il campo sperimentale per scongiurare il virus. La xylella e gli olivi secolari del Salento.
Ma dagli esperimenti sono emersi anche altri importanti risultati. Una buona notizia è che specie molto importanti per agricoltura mediterranea, quali vite ed agrumi, negli stessi esperimenti di laboratorio non si sono infettati. La Regione Puglia stanzia, infatti, altri milioni di euro per l’espianto e il reimpianto delle cultivar resistenti al batterio (leccino e favolosa) nel Salento.
Ma le novità non finiscono qui. Ad oggi quindi il calo è più della metà. Qual è la fotografia di quello che sta accadendo e secondo lei cosa si dovrebbe fare quanto prima. Adesso Teresa Bellanova ha varato il piano. I batteri patogeni sono microgranismi che causano malattie nell’organismo che li ospita.
Essa nasce dalla collaborazione tra ARCI-Biblioteca di Sarajevo e l’Associazione. Gli agricoltori brancolano nel buio, come ci scrive Giorgio Greco. Basta fare una passeggiata per ritrovarsi in un cimitero a cielo aperto, con centinaia di ‘scheletri’ che non ricordano neanche vagamente le chiome rigogliose su cui è possibile vedere, in bella mostra, le targhette numerate che la regione Puglia ha distribuito per distinguere le piante secolari da quelle millenarie.
Ma in Europa ce ne sono altri trenta milioni.
La cosa strana è che nessuna delle piante rilevate nel Nord Italia è stata infettata da un ceppo simile a quello del Salento. Si tratta infatti di ceppi sconosciuti finora e non presenti in Italia. Offriremo all’utente la possibilità di ripercorrere cronologicamente gli eventi, approfondire anche gli aspetti più tecnici, farsi un’opinione nella grande confusione imperante sui media.
In Europa la vite è una delle colture principali, e il network europeo Cost 8per la lotta ai batteri sta promuovendo questo tipo di studi, proprio per tutelarsi da questa minaccia potenziale. Nel Salento , tra Gallipoli e Santa Maria di Leuca, sono andate distrutte intere coltivazioni di ulivi a causa della presenza di un batterio originario della California di cui in Europa non si era mai riscontrata alcuna traccia. Le piante saranno messe a dimora nei fondi dei 1produttori della Cooperativa Acli di Racale. Negli ultimi mesi messe a dimora quasi 65.
Gli inquirenti ne sono quasi certi, nonostante si parli anche del trasporto del batterio nel nostro paese per motivi di studio a un convegno dello Iam e dell’impossibilità, per gli inquirenti, di indagare presso la sede dell’Istituto Agronomico Mediterraneo. In seguito al responso del personale incaricato dal Comune di Lecce , si è provveduto a capitozzare tutte le branche e alla pulizia dei rami. L’agronomo Giovanni Melcarne, inoltre, ha effettuato innesti di leccino per tentare di far sopravvivere l’ulivo alla malattia.
Le proteste popolari, i ricorsi al Tar Lazio e l’inchiesta della Procura di Lecce hanno bloccato la gran parte degli espianti coatti, nel nord Salento.
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